08 novembre 2022

Una vita "paziente"

08/11/2022

Sono rinchiuso in questo ospedale del cazzo da quando? 9 giorni? 10?
Le giornate scorrono anonime tra dolori e flebo, la testa sta svalvolando tra cortisone e clausura, le finestre sono perennemente chiuse per evitare che qualche paziente si butti, devo cambiare l'aria, fuori ci sono montagne e boschi, poche le auto e ancor meno le fabbriche che impestano l'aria, spargono polveri e carbone e ammazzano lo spirito.
Come cazzo ci sono finito a fare il il terzista x una coop a farmi sfruttare come un asino? ho un cervello decente, braccia forti e una laurea in disoccupazione.
La caviglia fa un male cane ed il piede grosso come una mortadella con cinque salamini attaccati, porco il cristo infame, ma preferisco stare a scrivere piuttosto che marcire ancora su un letto, sin dal primo momento ho rifiutato il pappagallo, meglio crepare di dolore che pisciare come un handicappato, almeno finché è possibile.
Il caro vecchio Bukovsky diceva che gli ospedali sono università della vita (insieme a bordelli e carceri) e aveva ragione.
Da che son qui le mie idee ferocemente libertarie e radicali su fine vita, eutanasia e aborto sono diventate ancora più ferree.
Sono già tre volte che mi son passati i lettini con pazienti che hanno stirato gli zoccoli, ma mica mi spaventano loro: stamattina mentre ricominciavo a prendere sonno dopo i controlli della mattina, senza che abbia chiesto nulla, mi arriva una di quelle vecchie cornacchie di nero vestite. Non so come ho fatto a mantenere il mio self control, fra le varie cazzate che ha sparato il top è stato: "ah lei è di Taranto, ce l'avete ancora il ponte levatoio?"- avrei voluto rispondere - "certo, tutti i salti delle auto nei film americani li girano a Taranto" ma mi sono limitato a un si, se ne è andato dopo poco, quando ha capito di essere persona non gradita.
Giovanni è il mio compagno di stanza, penso abbia un 85 anni, non parla, si agita spesso, gli imboccano il cibo ed ha perennemente il pannolone. Ha una figlia che non lo viene mai a trovare, l'altra sera mi tendeva la mano, forse il personale pensa che sia andato del tutto con la brocca, ma di certo non abbastanza per non sentire il bisogno di un contatto umano.
Non so che razza di padre sia stato, forse il migliore o forse uno stronzo, parlando col personale ho saputo che la figlia non lo vuole in casa di riposo, non è professionalissimo parlare dei cazzi altrui con un altro paziente, ma ci siamo un po' tutti affezionati a Giovanni, inoltre sono convinto che mi abbiano messo insieme a lui per "tenerlo d'occhio" e chiamare il personale in caso di bisogno. Non so niente di lui, ma se dovessi trovarmi in questa non-vita bramerei per lasciare questo surreale palcoscenico da uomo libero, una punturina e stop, ma siamo nel paese governato da viscidi e loschi figuri in tonaca nera e non possiamo nemmeno decidere liberamente come morire, sarebbe forse l'unica decisione saggia dopo una vita passata a lavorare per mangiare, mangiare per vivere e vivere per lavorare.
A sproposito di lavoro: il mese prossimo mi scade il contratto, ci vorrà molto a riprendermi, non credo mi rinnoveranno, non so se per gennaio sarò nel pieno delle mie forze e se lo sarò non ho certo voglia di tornare a respirare solventi, preparare fondi e pitture e andare a fumare in un angolino con i colleghi che invece di parlare guardano il telefono per decidere su che partita scommettere, le ultime dal governo o i messaggini della suocera rompipalle. ho tanta voglia di tornare a vedere il mondo e ho qualche soldino da parte per farlo.

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